Io e la natura | 1° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

Da un po’ avevo notato segni che cercavo di ignorare, ma alla fine mi sono arresa all’evidenza: c’è un topo in casa. Io e il topolino stiamo facendo amicizia. Ormai gira per la cucina in pieno giorno e in mia presenza. Se gli butto dei pezzettini di formaggio esce allo scoperto per prenderli. La gatta dorme.
È carino, minuscolo, grigio chiaro con una lunga coda e due belle orecchione.
L’ho chiamato Giuseppino.

Questa mattina il decespugliatore ha preso fuoco mentre lo stava usando il vicino. Io l’avevo appena usato… Poteva esplodere, ma non è successo.

 

Il mio raccolto di carote di questa stagione

La gatta è scomparsa da tre giorni.
Mi dicono che da queste parti le volpi mangiano galline, conigli e, soprattutto d’inverno quando galline e conigli sono al chiuso, anche gatti se ne trovano.
Non voglio pensarci.
Ci penso continuamente.

Probabilmente mi arriveranno dei gatti, tre, mamma e due figlioletti che si son piazzati a casa di mia sorella che però ne ha già altri tre e con sei non ce la fa.
Io in realtà sono ancora tristissima per la mia, l’aspetto ancora, ma non ho mai creduto nei miracoli e son passate tre settimane…..
Devo farmene una ragione. Se mai tornasse, li tengo tutti.

La casa è piuttosto affollata.
Tutti i pomeriggi appena cala il sole vado a prendere Geppo, il cane dei vicini, che è anziano e fortemente psicolabile e non regge più il freddo e la solitudine. Al tramonto mi bardo come un astronauta – la temperatura è sottozero – mi infilo nella sua enorme e putrida cuccia, lo prendo in braccio (facendo attenzione perché è incontinente) e lo porto in casa dove soggiorna fino al mattino dopo senza muoversi dalla sua cesta.
Sono arrivati i mici, sono due – la madre poi se l’è tenuta mia sorella – Baby e Bibo, otto mesi non compiuti, si fingono spaventati ma dopo la prima mezza giornata rintanati sotto il frigo si sono scatenati. Saltano ovunque, si rincorrono, fanno la lotta e MASTICANO LE MIE PIANTE!!!!!
Poi naturalmente c’è Giuseppino che continua a ravanare nel sacco dell’immondizia e a scagazzare in giro.

Ho rivisto Giuseppino, è in forma, data l’alimentazione equilibrata, e leggermente cresciuto. Spero non abbia messo su famiglia.
Ho escogitato una trappola con il bidone dell’immondizia. Tolgo il sacchetto e metto qualcosa di appetitoso sul fondo, il topo entra e poi non riesce a uscire per le pareti verticali e lisce. Funziona.
Ne sono caduti in trappola tre, mai visti prima, che soggiornavano in cucina a mia insaputa. Mi era parso che ci fossero troppe cacche per uno solo e così piccolo.
Due li ho trovati insieme e quando ho aperto il bidone mi sono commossa. Erano abbracciati in equilibrio sulle zampine posteriori che mi guardavano terrorizzati.
Li ho deportati all’esterno.
Giuseppino secondo me ha capito tutto e nel bidone non ci entra anche se ci metto le cose più buone del mondo. Come faccio a riconoscerlo? Lui è grigio chiaro, gli altri marrone.

 

Baby e Bibo

Domenica e lunedì di fuoco. La mia gattina, Baby, domenica è stata aggredita, probabilmente da una volpe che me l’ha conciata per le feste. Ha una decina di ferite, brandelli di pelle portati via (si vede la carne viva), un buco sul palato, un occhio gonfio con un versamento e, da come cammina, dolore ovunque.
Il vicino più giovane, che ha meno di ottant’anni e la macchina (sta a soli due chilometri in discesa), gentilmente ci ha portate alla clinica veterinaria di Saluzzo dove l’hanno ricoverata fino a ieri e tenuta sotto flebo per via del buco sul palato che destava preoccupazione, in quanto poteva comunicare con le vie respiratorie.
Dalle lastre non sembra avere lesioni interne, adesso è a casa, acciaccata ma contenta, mangia, fa le fusa e si lascia impomatare, incerottare, dare gli antibiotici, i granuli, il collirio.
Bibo le sta vicino e contrariato dalla puzza terribile che ha addosso la lava con foga, anche troppa, quando lo sgrido mi guarda con gli occhi tondi, si rassegna e si accuccia con la testa sul suo sedere.
I gatti sono animali meravigliosi.
La gatta sta abbastanza bene, ma purtroppo le ferite si sono infettate, quindi siamo alla seconda settimana di antibiotici, granuli eccetera. Lei sembra consapevole che la sto curando e non torturando, certo è un po’ stufa.
Suo fratello è impaziente di fare la lotta e correre con lei, ma cerca di contenersi.
Ho scoperto che alla loro età (nove mesi) possono mangiare fino a quattro cinque etti di carne al giorno. A TESTA!
Io ero rimasta ai 180 grammi dei gatti adulti e in effetti finita la loro razione in cinque secondi netti si sedevano composti guardandomi perplessi e contrariati.
Sono salita a tre etti abbondanti e va meglio, sembrano soddisfatti e hanno smesso di girare per casa con aria famelica rubando tutto quello che trovavano di vagamente commestibile.

La maggior parte dei caprioli li vedo stando comodamente seduta in cucina, insieme agli scoiattoli e miriadi di uccellini, e questo è per me un regalo meraviglioso.
Mi ripaga ampiamente di tutto quello che può essere meno piacevole o faticoso.

 

Giuseppino, per quanto contrariato dalla presenza dei due felini, continua a soggiornare nella mia cucina, si contiene, non passeggia più impunemente sul piano di cottura ma si limita a scorrazzare nel vano sotto il lavandino, lasciando le solite tracce.

Le due galline ovaiole, che di uova non ne facevano, hanno ricominciato a produrre.
Le lucertole si svegliano prematuramente dal letargo finendo in bocca al gatto Bibo.
Quelle che si salvano probabilmente moriranno congelate la prossima settimana, visto che si prevedono temperature minime a meno nove.

 

Questi per fortuna loro li ho trovati prima io. Chiudere i gatti in casa finché non avranno imparato a volare?

La primavera è molto faticosa.
Orto da preparare, erba da tagliare, fragole selvatiche da salvare dal tosamento dell’erba, rinvasamento di piante, pulizie a casa mia che essendo io sempre impegnata nelle attività di cui sopra è ormai una stalla, insomma non so da che parte iniziare.
Talvolta inizio tutto e non finisco niente.
Come diceva il maestro Manzi “ Fa quel che può, quel che non può non fa”.

La pioggia è arrivata, con i suoi vantaggi e svantaggi.
Vantaggi:
Sollievo per la terra e per me che non devo bagnare piante piantini e piantoni con la pompa e innaffiatoio.
I miei gatti non hanno nessuna voglia di uscire e quindi sono al sicuro dalle volpi.
Si allontana il rischio di rimanere senza acqua nell’estate. La pioggia lava ciò che ha bisogno di essere lavato (vetri, attrezzi lasciati lì da mesi).
Svantaggi:
Fa freddo, devo accendere il camino.
La vicina è depressa e io anche.
C’è un atmosfera novembrina che ti fa venire voglia di rileggere “La nausea” di Sartre.
Non posso piantare le zucche.

Io continuo la mia impresa ortifera, sono riuscita a scambiare i piantini di zucchine per quelli di cetriolo, e continuo anche a pensare che non sia niente male andarsi a procurare la verdura in un bel reparto ortofrutta.

 

Ala est e ala ovest dell’orto

L’altro giorno la vicina mi ha chiesto chi era quell’uomo che mangia sempre da lei e che al mattino le accende la stufa (suo marito).
Il marito della vicina (zero decimi da un occhio e un decimo dall’altro) ieri mattina parte con gambe traballanti armato di motosega e alla mie domande risponde che va a segare un pino che è caduto sulla riva laggiù.
Quando gli dico che forse non è il caso, lui mi risponde Faccio attenzione, e poi girato dalla parte del muro, mi chiede ma la strada è lì?
Credo che dovrò tenerli d’occhio.

Con la primavera si ripresentano problemi di affollamento. I ghiri hanno ricominciato a scorrazzare nel sottotetto, colonne di formiche prendono possesso del territorio casalingo, le mosche ti assaltano appena ti fermi e nonostante la presenza di due felini Giuseppino continua a scagazzare nel mobile sotto al lavello. Tra poco la nostra convivenza compie un anno.

 

Talpa. Me l’hanno portata ieri. L’ho deposta in un cespuglio, vicino a un buco nel terreno. Spero fosse il suo.

Luigina, la gallina anziana, è rimasta nuovamente sola. La sua amica è stata attaccata e mangiata da qualche predatore (io in realtà sospetto del gatto Bibo).
Vuoi perché tutti mi dicono che gli animali da cortile se stanno da soli si lasciano morire di malinconia, vuoi perché la produzione di uova di una sola gallina non basta, sono andata a comprare due giovanissime pollastrelle. Rita e Clara.
In realtà Luigina, superato lo spavento, (è la terza volta che si vede mangiare una collega) non mi sembra per niente triste. Apprezza molto la compagnia umana (la mia, che non è che abbia tutto sto tempo per stare nel pollaio a intrattenerla) e quando vado a darle da mangiare si accovaccia con il collo in avanti e le ali leggermente spiegate. La prima volta ho pensato che avesse mal di schiena poi ho capito che vuole un grattino in mezzo alle ali. Preparo il pollaio per le nuove venute, pregusto il momento dell’incontro e invece la disgraziata appena le vede gli si lancia contro come una furia beccandole ferocemente.
Il vicino consiglia di mettere del borotalco addosso a tutte in modo che la gallina vecchia senta lo stesso odore.
Non avendo borotalco a disposizione ho usato il mio deodorante per le ascelle ma l’unico risultato ottenuto è di avere il pollaio più profumato della valle.
Luigina continua ad assalire le due galline giovani, spaventatissime. Non ho avuto cuore di rinchiuderle nel pollaio con lei e allora le ho messe in quella che fu la capanna delle pecore del vicino.
(Le pecore sono morte da tempo e sepolte nel prato, ciascuna col suo sasso sopra)
Non che lì stiano male, ma non c’è un recinto e non posso farle uscire.
Aspetto che si ambientino un po’ e poi riprovo con la tecnica di uniformare gli odori.
Magari cambio deodorante.

 

Luigina, Rita e Clara

Le galline continuano a stare separate. Luigina è veramente stronza, ma ho trovato il modo di far prendere luce aria e sole a Rita e Clara, mettendo una rete sottile davanti alla capanna che è molto spaziosa e che riempio di erba e insalata. Faccio un po’ di ambient, insomma. Per ora mi sembrano contente, sono anche un po’ meno spaventate.
Quotidianamente devo mettere in atto lo sgombero di una serie di rettili, ieri un bellissimo, grandissimo, verdissimo e incazzatissimo ramarro.
Con loro è un problema, sono aggressivi e veloci.
Spero che i gatti non mi portino mai una vipera viva.

 

Foto di Manù e Andrea Ferrante

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