Un museo senza radici

di Redazione
Foto di Baiamonti Verde Comune e Andrea Cherchi

Torniamo a parlare del glicine, dei tigli e del verde di Piazza Baiamonti a Milano, curati fino a un mese fa da associazioni civiche e dal Circolo Combattenti.
L’area è destinata al Museo della Resistenza, che è stato finanziato dal Ministero della cultura (ex ministro Franceschini) e che prevede un cantiere di almeno tre anni, giusto in tempo per il mega evento delle Olimpiadi Milano Cortina. Una piramide in vetrocemento dovrebbe sorgere laddove sono ora alberi, giardino e animali.
A inizio giugno il Demanio ha consegnato l’area al ministero, che ha inviato da Roma un’equipe di nuovi agronomi, i quali stanno verificando per la terza volta la stabilità dei tigli. Ognuno dice la sua: il 23 Maggio erano sanissimi, il 14 giugno hanno le radici danneggiate.
Un’attivista del comitato Baiamonti Verde Comune ci racconta: “Mercoledì 14 giugno, senza preavviso, sono arrivate le ruspe. L’area è stata recintata senza esporre il cartello di cantiere, che invece è obbligatorio. Giovedì, dopo la nostra denuncia ai vigili di zona, è apparso un cartello incompleto, senza il permesso a costruire e la data di inizio e fine lavori. Hanno una fretta spaventosa di far partire il cantiere, e parecchia paura che qualcuno gli metta i bastoni fra le ruote.”

Il meraviglioso glicine che si estende su un vasto pergolato del Circolo Combattenti, nasce da due piante vicine fra loro. Nel 2021 il progetto esecutivo della piramide dichiarava che le due piante sono fortemente interferenti con il museo e sono entrambe da rimuovere. La piramide dovrebbe diventare un iceberg di 6 piani sopra e 3 sotto, interrati per 15 metri. In prossimità dei due glicini sono previsti una vasca idraulica e due pozzi. (v. Invitalia) Per una delle due piante è stata già pronunciata la sentenza di morte, per l’altra il sindaco ha proposto a fine maggio, in tutta fretta per tacitare le proteste che montavano, una semplice “potatura” che ha chiamato salvezza. I media mainstream hanno prontamente titolato: “Il Comune salva i tigli e il glicine”.
Chi da anni vigila a difesa del verde non si fida: “L’apparato radicale del glicine è esteso almeno quanto la chioma: come verrà salvato dalla polvere, dagli scavi, dalle perforazioni, dalle ruspe? Come potrà salvarsi dalla frenesia taglia-alberi di questa giunta finto ecologista?”

E come potranno salvarsi gli uccelli che sono sfrattati in barba alla legge nazionale, e al regolamento a tutela del verde e degli animali del Comune di Milano? Tutta l’area è un piccolo habitat di biodiversità e un rifugio per l’avifauna. Molti uccelli hanno nidificato sul glicine, sui tigli e negli arbusti: i passeri, che sono ormai scomparsi a Milano, i merli, gli storni e altre specie. Il glicine, per la sua grande estensione, è un piano di appoggio prezioso sul quale stanziano e nidificano i passeri. Il 14 giugno Baiamonti Verde Comune ha inviato una lettera al Comune di Milano per ricordare che “oltre la protezione dei nidi, è prevista dalla legge nazionale 157/1992 anche la tutela dei nidi stessi, per evitare che i genitori li abbandonino. Anche la potatura è vietata. Sono già stati effettuati interventi senza mettere in atto nessun tipo di cautela o di tutela per la presenza di avifauna, pulli e altri animali.”

Il valore ornamentale del glicine è stato calcolato in 459,84 euro. Una pianta di 70 anni che ha un forte impatto ecosistemico, che è la bellezza e la memoria di un luogo, simbolo di resistenza vegetale sulla cui tutela si sono espresse in una petizione 52.000 persone, vale meno di 500 euro. Non ha prezzo, in effetti. Al Museo della Resistenza sono destinati oltre 15 milioni di euro. La rete degli istituti resistenziali e l’Istituto Parri, che lo realizzeranno, non esprimono dubbi e forse si accontentano di rassicurazioni istituzionali. Fanno eccezione alcune sezioni milanesi dell’Anpi, definite dai media “ribelli”. Sul sito del futuro museo spicca l’articolo Un vestito a pallini bianchi, che celebra la presenza delle donne nell’antifascismo. Siamo erbacce ecofemministe senza prezzo e ci faremo dei vestiti a pallini viola, come quelli del glicine.

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