Io e la natura | 37° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

 

Bix non riesce proprio a comportarsi come un cane fedele. Se lo lascio libero durante le nostre passeggiate serali, lui manifesta entusiasmo ma mi semina dopo cento metri e lo rivedo solo un’oretta dopo, quando i gatti e io torniamo a casa.
A questo punto ho deciso di mettergli il guinzaglio lungo, e lui non sembra per niente contrariato.
La stagione di caccia è iniziata, quindi Bix la domenica e il mercoledì li passerà chiuso nel recinto, onde evitare che gli sparino per sbaglio.
Dopo aver incontrato parecchi cacciatori, la mia rabbia nei loro confronti è scemata.
Non li approvo e mi danno fastidio ma, avendo avuto con loro delle brevi conversazioni, ho capito che cacciano perché sono dei primitivi.
Inutile arrabbiarsi.
Un primitivo è un primitivo.
Oggi andando in giro con Bix al guinzaglio e Bibo e Baby al seguito ne ho incontrato uno che, vedendomi andare a spasso con un cane e due gatti, non ha potuto fare a meno di commentare – Anche i ciat!
-Si, gli ho detto, e loro non hanno bisogno del guinzaglio!
-Ma non è normale! ha detto lui.
-Neanche io, gli ho risposto e gli sono passata sotto il naso con i miei accompagnatori.
Avrei voluto spiegargli che i gatti, quelli a cui da queste parti non danno da mangiare se no non prendono i topi, sono degli animali che se amati ti ricambiano ampiamente e i topi continuano a prenderli anche se gli dai da mangiare, come dimostrano i cadaverini che devo rimuovere tutte le mattine, dentro e fuori casa.
Ma poi ho pensato, un primitivo è un primitivo, sarà già sconvolto per aver incontrato lo strano quartetto e trovandosi in piola dirà: -Ma lo sai cosa ho visto?!
Anche io tornando a casa ho detto alla gatta Linda: -Ma lo sai cosa ho visto? Un primitivo!

 

A proposito di cacciatori primitivi, ieri ho incontrato per la prima volta una mantide religiosa.
Appollaiata su una cassetta con l’aria apparentemente assente, nel tipico atteggiamento di preghiera, mi osservava mentre la fotografavo, cambiando molto lentamente posizione, al punto che ho pensato che fosse in stato semi letargico.
Quando Bibo, che adora sgranocchiare insetti di vario genere come aperitivo, l’ha notata, ho deciso di spostarla sulla siepe.
Dopo una mezz’ora ho potuto constatare che non era per niente in stato semi letargico.
Aveva catturato una vespa e tenendola stretta tra le zampe se la stava mangiando viva!

Ha iniziato strappandole le zampette, una a una, e masticando con calma, mentre la povera malcapitata si divincolava inutilmente.
Non riuscendo a guardare oltre sono andata via, ma non ho resistito a lungo.
Cinque minuti dopo della vespa non c’era più traccia ma la mantide era ancora lì, immobile, quasi un tutt’uno con le foglie della siepe.
Non particolarmente simpatica, devo dire.

 

Foto di Manù e Andrea Ferrante

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