Retroscena della crisi Italia-Francia

Intervista di Carmela Weeds al professor Stanislaus Bornowsky

 

In questi giorni si discute molto della crisi diplomatica tra Italia e Francia sui migranti. Carmela Weeds, corrispondente di Erbacce dagli Stati Uniti, ha intervistato Stanislaus Bornowsky, docente di Scienze politiche all’Università di Clarmenton in Louisiana, e autore di diverse opere sul Risorgimento italiano e sulla Comune di Parigi. (NdR)

Professore, perché i rapporti tra il governo francese e quello italiano sono diventati così difficili?
Per risponderle debbo attingere alla mia vasta conoscenza dei rapporti italo-francesi dal 1830 (suppergiù) ai giorni nostri ma per altro verso, non disponendo di determinate informazioni, dovrò formulare delle congetture. Quindi accolga le mie dichiarazioni cum grano salis, come si suol dire.

Sono tutta orecchi…
Ecco, vede, bisogna partire dal giorno in cui Macron, arrivato a Roma per un’occasione un po’ eccentrica, incontra la Meloni, da pochi giorni eletta Premier. Colloquio cordiale, di circa un’ora, in cui discutono anche – secondo i comunicati stampa – di flussi migratori. È il primo capo di stato a incontrare la Meloni. Che sia venuto a Roma apposta per incontrare lei, prima che questa abbia il tempo di respirare e magari di guardarsi attorno, è abbastanza evidente. Immagino che quando avrà visto Fratelli d’Italia stravincere le elezioni, a Macron saranno venuti i capelli dritti: “Mon Dieu! questi adesso si mettono d’accordo con la Le Pen e mi cucinano arrosto”. Per cui la mossa di venire a Roma va interpretata come “gioco d’anticipo”, secondo il ragionamento: “Teniamocela buona questa qua, prima che mi combini qualche pasticcio a casa mia”.
E quindi le deve aver detto (questa è la mia congettura): “Senti, adesso Salvini ti farà chiudere i porti, vi metterete contro l’Europa e non vi daranno più i soldi del PNRR. Facciamo un patto, tu i porti li tieni aperti e io ti accolgo un po’ di migranti. Che dici?”
Ditemi voi, come può una poveretta appena diventata Premier rifiutare un’offerta di un pezzo da novanta come Macron? Avrà balbettato “Beh, sì, vediamo, anzi, no, okay, si potrebbe fare, i soldi ce li date però…” E lui le avrà detto: “Ma sì che ve li diamo, figurati, come possiamo farvi andare a picco… però oh!” e qui si sarà fermato un momento, per far capire che la cosa era seria, “Tutto questo deve rimanere tra di noi, eh? Ci siamo capiti? Se i francesi sanno che ti ho promesso di accogliere quei morti di fame, mi linciano. Ergo acqua in bocca.” E lei avrà risposto: “Oh, sono della Garbatella, che credi, noi la bocca chiusa sappiamo come tenerla!”

E invece?
E invece non solo ha chiuso i porti ma addirittura è andata a spiattellare che una nave stava dirigendosi a Marsiglia per sbarcare il suo carico umano. E ha pure aggiunto, per far contento Salvini: “Qui la musica è cambiata!”

Non è così strano. Perché lui sì è inalberato tanto?
Si metta nei panni di Macron. Si precipita a Roma per conoscere la nuova Premier italiana, le dice che accoglierà dei migranti, le fa capire che però non si deve sapere, se no lui va nella merda e questa invece lo frega nella maniera più vigliacca e scopre gli altarini. Due minuti dopo Marine Le Pen scatena una campagna contro di lui e gli fa un mazzo così: “Ecco, ci vuole riempire di migranti! Traditore della patria!” Io, fossi stato Macron, avrei ritirato subito l’ambasciatore, avrei fatto saltare tutti gli accordi con la Francia, il patto Peugeot-Fiat, tanto per dirne una, avrei fatto dare le dimissioni a tutti i francesi che in Italia dirigono musei, enti lirici ecc., pena il ritiro della cittadinanza francese.

Nei giorni scorsi Mattarella ha telefonato a Macron e sembra che abbiano fatto pace.
Diciamo che ha aggiustato un po’ le cose, ma secondo me Macron se l’è legata al dito, prima o dopo si vendica. E ha ragione, secondo me. M’immagino la telefonata tra i due: “Su Macron, dai, è giovane, è un po’ inesperta, non lo ha fatto per cattiveria, anche lei deve tener buoni i suoi e quel bifolco di Salvini… sii comprensivo, abbassa i toni.” E Macron dall’altro capo del filo a urlare: “Io la strozzo, me la pagherà, me la pagherete voi ita… no, scusa, scusa, okay, abbassiamo i toni, anzi diciamo che tra Italia e Francia i rapporti non sono mai stati così buoni. Lo prepari tu il comunicato?” Ma queste sono congetture, non le riporti… io sono uno storico scrupoloso e lavoro solo su documenti inconfutabili.

Le congetture sono una forma di pensiero, perché dovremmo cancellarle? Ha mai letto Congetture su Jacob di Uwe Johnson?
No, non leggo il tedesco.

 

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