Le Erbacce escono dal web e diventano un libro

di Giovanna Pezzuoli
La 27esima ora Corriere.it | 4 marzo 2020

La bracciante ecologica, l’aspirante paladina, le Erbacce escono dal web e diventano un libro.

 «Il libro Bayer contro Aspirina è per noi un punto fermo nel mare magnum del web, una bomba-satira esplosiva da tirare in faccia alla supponenza di Bayer. Passare alla carta ci ha consentito di raccontare la nostra vicenda in modo più completo, condensando gli ingredienti e approfondendo il congegno della satira perché colpisse meglio nel segno».
Così Pat Carra, fumettista della redazione di Erbacce parla del libro che racconta una storia vera, per quanto paradossale: l’attacco del colosso chimico Bayer ad Aspirina, una piccola rivista umoristica e femminista di fumetti, video e racconti – nata nel 1987 e online dal 2013 – che per via del suo nome dà fastidio alla potente multinazionale tedesca e dunque deve scomparire.
Fumetti e testi del libro documentano, tra ironia e serietà di inchiesta, la lunga schermaglia e infine la metamorfosi della rivista, che ha rinunciato al nome e al dominio web ma non a dire la sua, e nel marzo 2019, per poter riflettere e continuare a ridere, è diventata ErbacceForme di vita resistenti ai diserbanti.
Si racconta la sproporzione di potere, i rapporti con prestigiosi studi legali specializzati in diritto del più forte, e l’evento accaduto nel frattempo, l’acquisizione da parte di Bayer dell’americana Monsanto, su cui pesano migliaia di cause per il diserbante al glifosato, ritenuto cancerogeno. Dalla fusione, avvenuta nel giugno 2018, Bayer ha subito un crollo a livello azionario e di reputazione che non accenna a diminuire. «Che le maledizioni della piccola rivista acetilsatirica, siano andate a segno?», si chiedono le redattrici della rivista. «Molti contenuti del libro sono usciti anche sul blog – aggiunge Pat – abbiamo visto che la nostra avventura si collocava nell’intersezione di molte questioni, dall’eco-femminismo, praticato come eco-umorismo, alla sensibilità per i cambiamenti climatici, dall’agricoltura non patriarcale di Vandana Shiva alla prepotenza delle multinazionali».

Ripercorre la storia trentennale della rivista l’intervista di Primo Maggio del marzo 2018, dove si racconta come negli anni Ottanta la crescita di una sorta di Accademia femminista facesse «lievitare in misura direttamente proporzionale il nostro senso dell’umorismo». Con una tiratura iniziale di 1.500 copie e un lavoro redazionale e creativo del tutto volontario nasceva così Aspirina, sperimentazione che ha formato e dato voce a molte, passando poi all’online mentre la rete si estendeva a grandi firme del fumetto internazionale, da Liza Donnelly del New Yorker alla mitica Alison Bechdel o alla venezuelana Argelia Bravo.

Venivano intanto alla luce nuove personagge, come la epica e comica eroina WonderRina aspirante paladina di Anna Ciammitti o La bracciante digitale di Pat in lotta con i latifondisti del web. Sempre con l’intento di evitare il rischio del vittimismo e di una comunicazione femminista a volte «un po’ pallosa». Così accanto alla serissima inchiesta di Gaby Weber, che spiega come l’accordo di Bayer con Monsanto sia stato finanziato dalla Bundesbank e dalla Banca Centrale Europea, c’è il manifesto dell’ecomisantropa che dice basta all’imperialismo culturale umano!

E dall’incontro delle redattrici di Erbacce con Extinction Rebellion, il gruppo inglese che si batte per la giustizia ecologica, bloccando il traffico in diversi punti nevralgici di Londra, si passa alla storia della gatta Betsabea con il pelo irto e i baffi vibranti a causa del cambiamento climatico. Senza dimenticare l’essenziale diversità dei semi e dei segni: da una parte la difesa della sovranità alimentare e dei diritti dei piccoli agricoltori portata avanti da Vandana Shiva, dall’altra la biodiversità dei segni nei fumetti rivendicata da Pat Carra, che si batte contro la spinta all’omologazione dello stile e del tratto, individuando un responsabile eccellente nella holding di zio Paperone.


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