Io e la natura | 61° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù 

Da tre anni a questa parte passo l’inverno aspettando l’inverno, poi verso metà marzo, dopo mesi di sole splendente e temperature altissime per la stagione, mi metto ad aspettare la primavera.
Ed è a questo punto che le temperature precipitano e si mette a far brutto e a nevicare.
Una neve acquosa e pesantissima che fa danni tirando giù tetti e capannoni e mettendo in atto una sorta di selezione naturale degli alberi, spezzando rami secchi o troppo lunghi e abbattendo piante anche di notevoli dimensioni, malate, secche o poco radicate su terreni rocciosi.

È uno di questi alberi che mi son trovata a sbarrarmi il passaggio mentre andavo a vedere se c’era posta nella buca delle lettere, a 180 metri da casa.
Circonferenza del tronco 104 centimetri, altezza almeno 15 metri, stava lì tristemente coricato di traverso sulla strada.
Ringrazio che io e nessuno dei miei animali stesse passando di lì quando è caduto e ringrazio di conoscere degli uomini armati di trattore e verricello che arrivano tempestivamente quando gli telefono.
Loro probabilmente ringraziano l’albero e il suo compare appena più in là (140 di circonferenza, altezza chissà, coricato anche lui di traverso sulla strada che va alla borgata più in alto), che gli forniscono legname da vendere senza dover far la fatica di abbatterli. 

Per carità, in marzo, e talvolta anche in aprile e addirittura in maggio, è sempre nevicato, solo che nevicava anche tra la seconda metà di novembre e metà febbraio, quella bella neve asciutta che rimane sul terreno a lungo, irrigando il terreno in profondità, che negli ultimi anni non è più arrivata.
Mi metto a riflettere sul fatto che forse devo cambiare le mie abitudini stagionali.
Che non è più necessario a fine ottobre prepararsi per l’arrivo della neve e del gelo, chiudendo l’acqua dei rubinetti esterni, mettendo al riparo le pompe, smontando la serra e rinunciando all’orto invernale, finocchi, cavoli, bietole e pan di zucchero.
Quest’autunno ci provo e se poi farà un inverno regolare mi consolerò con il pensiero di aver fatto nevicare quando è ora!

Foto di Manù e Andrea Ferrante

 

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