Io e la natura | 56° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

 

Dopo aver rischiato innumerevoli volte di rompermi un perone per cercare di mettere la fototrappola in posizioni strategiche in posti impervi, ho scoperto che la bella volpe che ho già immortalato più volte viene nottetempo fin sulla porta di casa.
Avevo qualche sospetto ma la conferma è arrivata quando mi son dimenticata una pentola piena di brodo di pollo sul muretto davanti a casa.
Il mattino mi sono trovata la pentola incastrata nella canalina di raccoglimento dell’acqua piovana e al suo posto c’era una bella cacca di volpe (nel tempo ho imparato a riconoscerle per il colore rossastro e la presenza di bacche e semi).
Entusiasta per il possibile scoop.
Preoccupata per i gatti.
Scocciata perché mi ha sparpagliato brodo di pollo ovunque macchiando i gradini di pietra.
Una delle caratteristiche della volpe è quella di non mangiare mai in loco, ma di portarsi via il bottino o la preda per mangiare in santa pace in un luogo sicuro, magari nella sua tana.
La pentola però era troppo pesante e ha dovuto rinunciare.
La sera dopo piazzo una vaschetta di plastica con del pane secco e scarti di carne sul sentierino che porta alla siepe del rosmarino, la fototrappola comoda comoda sulla gronda e non devo aspettare una notte in più, perché il mattino dopo la vaschetta è sparita.
Emozionata guardo le riprese e ci rimango male.
La fototrappola ha le pile scariche e non ha fatto video ma solo qualche foto un po’ sfocata, in cui però si vede benissimo la volpe in primo piano mentre si porta via la vaschetta.

Da una settimana la fototrappola è fissa sulla gronda, quando cala la notte (tra le cinque e le sei del pomeriggio) chiudo tutti i gatti in casa e poi metto qualcosa per la bella signora dalla folta coda e lei viene tutte le sere, spesso più volte nell’arco della nottata.
Sospetto che appena diventa buio si apposti intorno casa perché da quando metto l’esca non passano mai più di quindici / trenta minuti prima che arrivi.
L’altra sera mi sono appostata dietro la porta a vetri.
Metto un sacchetto con del cibo alle 18,40 e lei compare alle 19,10, sicura di sé come fosse a casa sua nonostante le luci esterne accese, si prende il sacchetto e se ne va.
Così finalmente l’ho vista dal vivo e da molto vicino e devo dire che è un animale splendido.
Emozionante.
Non mi basta.
Metto delle bucce di mela.
E lei torna.
E poi ritorna per vedere se per caso è comparso qualcos’altro.
E mi vede.
Mi guarda.
Va via. Ma senza affrettarsi.
Faccio degli esperimenti per capire cosa gradisce di più mangiare.
Metto un sacchetto con bucce di varia natura, un contenitore con scarti di carne e, appoggiati direttamente sul muretto, una mela, un uovo e dei grissini. Voglio vedere cosa prende per primo.
Ho potuto constatare con una certa sorpresa che mela e uovo vincono a pari merito, al punto che fa in modo di infilarseli in bocca in un colpo solo, poi nell’ordine torna a prendersi i grissini, il sacchetto con le bucce della frutta e per ultima la carne.
Meno male…
Ero un po’ preoccupata al pensiero che sparpagliasse i contenitori di plastica nel bosco, invece no, è una volpe molto educata, li ho ritrovati tutti, compreso il sacchetto di carta del pane, intorno a casa. Il che mi conferma che qui si sente al sicuro.
Leggo qua e là che non bisogna dare da mangiare alle volpi e agli animali selvatici in genere perché se no si disabituano a cacciare (molto bene, se si tratta dei miei gatti e galline), prendono il vizio di avvicinarsi alle case (qui ci veniva già, e di case abitate praticamente c’è solo la mia) e prendono troppa confidenza con gli umani (come se fosse cretina).

Sta a vedere che in un posto dove vanno in giro uomini armati fino ai denti a sparare a tutto quello che si muove, dove la gente abbandona cani, gatti e lavatrici nei boschi, abbatte alberi secolari per fare legna da ardere, combatte le erbacce col glifosato e accende il fuoco con la nafta, quella che fa danni sono io che offro bucce di mela a una volpe.

 

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