Io e la natura | 53° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

Un cartello all’ingresso della vallata recita: ZONA DEL FUNGO E DELLA CASTAGNA Particolarmente rinomate, le castagne del territorio sono la seconda attività di gran parte degli abitanti dei due paesi situati una decina di km più a valle. Il panettiere coltiva castagne. Il muratore coltiva castagne. Il parrucchiere coltiva castagne. L’apicoltore coltiva castagne. Il pensionato coltiva castagne.

Ma se per i funghi è stata un’annata eccezionale altrettanto non si può dire per la raccolta delle suddette. Cadute in ritardo e contemporaneamente alle foglie (di solito cade prima il riccio) sono piccolissime, tanti ricci vuoti e tanti verdi. Chi normalmente ha una produzione di 25/30 quintali l’anno (è impressionante quante castagne riescono a raccogliere A MANO il parrucchiere, il panettiere ecc. aiutati da moglie e figli) quest’anno ha dovuto accontentarsi di un raccolto ridotto a un decimo. Il clima ha fatto senz’altro la sua parte. Siccità in inverno, freddo in primavera, siccità in estate, caldissimo in autunno.

Castagne ibride euro-giapponesi

Per quelli che si sono lasciati tentare a suo tempo a coltivare l’ibrido euro-giapponese, molto più resistente agli eventi climatici e ai parassiti, è andata meglio ma il mercato di questo marrone enorme e assolutamente insapore ha riservato una bella sorpresa. Se in pianura continua ad andare per la maggiore, il raccolto delle zone montane che avviene un mese più tardi è ormai sottopagato, (un euro al kg contro 4!) e soprattutto dal prossimo anno non verranno più accettati i frutti che non siano stati trattati con antimuffa così che possano essere immagazzinati senza deperire. Che vengano trattati, come la maggior parte di ciò che mangiamo, si sa, ma che vengano messi sul mercato SOLO se trattati lo trovo decisamente inquietante. Speriamo che cambino idea. Probabilmente però questo turba solo me e pochi altri perché parlando con gli autoctoni sento spesso dire che i cambiamenti climatici sono tutte balle, l’operazione di cospargere a primavera le piante di antiparassitari viene definita “dargli l’acqua”, i diserbanti sono “niente” e anche quelli che si rendono conto che “niente “ è un’altra cosa la vedono come una procedura indispensabile per essere competitivi sul mercato.

Gironzolo nel bosco sotto i miei castagni cercando le castagne più belle, pungendomi a causa dei guanti inadatti e prendendo un sacco di umido e di freddo. I miei gatti mi fanno compagnia, un po’ seccati dalla presenza dei ricci, e probabilmente si chiedono cosa io stia facendo. Raccolgo castagne, gli dico, per mangiarmele e regalarle agli amici. Potrebbero timbrarmi con la scritta “soggetto inadatto al mercato”.

 

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Foto di Manù e Andrea Ferrante

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