Io e la natura | 45° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

Il gatto Riccardo viene tutte le sere, si piazza in cortile, ci allieta tutti con una serenata a squarciagola, profuma l’ambiente circostante spruzzando pipì qua e là, poi aspetta che gli riempia la ciotola che ho messo sul davanzale.
Va be’, dove c’è da mangiare per otto, c’è da mangiare per nove.
Ho sempre sostenuto che un gatto, per quanto sfortunato, non può essere brutto.
Il gatto Riccardo è l’eccezione.
Dà l’impressione di essere stato fatto assemblando a caso parti di vari gatti.

Tanto per cominciare non gli hanno messo il collo.
Ha un testone grosso con un gran faccione direttamente appiccicato al corpo di un gatto più piccolo, le gambe corte, orecchie minuscole rispetto alla testa, una girata in giù.
Un vero disastro, poveretto.
Ovviamente mi piace molto.
Le prime volte lo vedevo solo di sfuggita, tanto schizzava via veloce appena sentiva un mio passo, ma ormai gli do da mangiare dalle mani e lui risponde con una testatina. Sono persino riuscita a fargli una carezza, cosa che lo ha lasciato molto perplesso.
Forse si fermerà, anche in virtù del fatto che gli ho messo una cuccia nel sottotetto della cantina.
Lo so.
Remo contro me stessa.
O magari no, con tutti quei topi.

Con il passare dei giorni, il gatto Riccardo diventa sempre più temerario, se quando arriva non gli ho ancora messo il cibo sul davanzale si affaccia timidamente alla porta e mi chiama.È impressionante quanto mangia. Ieri sera ha spazzolato in un lampo circa quattro etti di cibo e forse avrebbe mangiato ancora se io, per timore che potesse fare indigestione, non mi fossi fermata.
Speriamo che si calmi perché se continua così mi toccherà chiedere dei contributi statali per mantenerlo.
Non è però intenzionato a fermarsi, almeno per ora. Dopo essersi rimpinzato si prende due carezze, mi dà una testatina di ringraziamento e se ne va.
Con i miei gatti non è aggressivo ma loro hanno paura, tranne Baby che tenta di socializzare ma viene totalmente ignorata.
L’altro micio clandestino tigrato non è più venuto.
Meglio così, se si sparge la voce sono finita.

Foto di Manù e Andrea Ferrante

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