Io e la natura | 42° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

Bibo, il mio gatto grasso

Le abitudini alimentari, i gusti e talvolta anche la digeribilità dei cibi, sono determinate da quanto si ha la pancia piena.
La sicurezza di più pasti al giorno darà al gatto la possibilità di rompere le palle a morte perché vuole quello piuttosto che questo, di distribuire rigurgiti mollicci in giro per casa (preferibilmente sul divano o sulle poltrone) per aver ecceduto nel consumo di qualche prelibatezza e di rifiutarsi di mangiare, a volte anche per giorni, fino a quando non avrà ottenuto quello che vuole.
L’abbondanza lascia spazio anche alle turbe mentali.
I gatti apprezzano molto qualsiasi cosa non sia destinata a loro.
Lo stesso soggetto che fino a un attimo prima guardava con aria annoiata la sua ciotola piena di carne di prima scelta, lo vedi rosicchiare con gusto la punta di mezzo chilo di grissini lasciati sul tavolo o il bordo di una torta di mele, e spazzolare il cibo per cani o la ciotola del vicino, peraltro identica alla sua.
L’insicurezza invece rende più appetitosi i cibi. Ho visto il padre di La Lindo, il fu Serafino il clandestino detto gambe corte, mangiare della polenta ammuffita con grande soddisfazione.

 

Bix

Un passato da randagio è indelebile, è una seconda pelle non solo nel gatto ma anche nel cane.
Bix, nonostante la colazione, il pranzo, la merenda e la cena, non riesce ad astenersi dal frugare nei sacchi della spazzatura e controllare che nella fossa dell’organico vicino all’orto non sia rimasto qualcosa di vagamente commestibile.
Si è mangiato dei cachi che avevo messo davanti alla fototrappola, guadagnandosi un bel mal di pancia.
Geppo, buon’anima, mangiava i resti dei topi avanzati dai gatti e seppelliva in giro pezzi di pane e ossa ricordandosi sempre dove li aveva messi: non si sa mai, i tempi duri potrebbero sempre tornare.
Anche gli animali selvatici si comportano diversamente a seconda dell’abbondanza o della penuria.
Nella stagione calda un predatore, avendo a disposizione una grande varietà di piccoli rettili e roditori, oltre a bacche e frutti di vario genere, difficilmente farà la fatica di cacciare un gatto, che è più grosso e agguerrito. Nei mesi invernali invece, quando le prede scarseggiano perché in letargo, anche i gatti sono a rischio non appena si allontanano da casa.
Ma i peggiori effetti collaterali dell’abbondanza alimentare sono probabilmente quelli che riguardano noi, esseri umani, che non solo siamo capricciosi quanto e più dei gatti, ma il cibo ci concediamo anche di buttarlo.

Foto di Manù e Andrea Ferrante

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