Io e la natura | 39° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

Michi Sgaruf

Al mattino quando apro gli occhi ho un unico banale ma intenso desiderio, quello di iniziare la giornata con un caffè.
E invece no.
L’ora della sveglia la decidono le esigenze fisiologiche di Michi.
Quando va bene verso le sei, quando va male tra le quattro e le cinque.
Si piazza sul primo gradino della scala a chiocciola iniziando a emettere flebili mugolii, per poi passare gradualmente a forti guaiti modulati, quasi un canto balinese.
A quel punto mi trascino giù e gli apro, seguita dai quattro gatti che masochisticamente la sera chiudo in casa. Gli altri due, Mina e Bibo, hanno deciso che preferiscono dormire dal mio vicino.
Il quartetto felino vuole mangiare, mangiare, mangiare, subito, immediatamente se no muoiono.
Ognuno ha il proprio menù e il proprio modo di rompermi le scatole.

 

Linda mangia carne fresca solo ed esclusivamente con una correzione della sua scatoletta preferita e inizia a miagolare istericamente ancor prima di essere arrivata in cucina.
Se ritiene di aver aspettato troppo si mette a picchiare Ginetto, così, tanto per fare, e se i tempi sono per lei inaccettabili ringhia, soffia e mi morde.
Ginetto mangia preferibilmente pesce e mi fa capire di avere appetito camminandomi davanti e coricandosi sui miei piedi ogni tre passi.
La Lindo è indecisa su cosa mangiare quindi nel dubbio corre freneticamente da una ciotola all’altra, quelle dei cani comprese, non vuol correre il rischio di perdersi qualcosa di più buono di quello che ho messo nella sua. Per essere sicura salta anche sulla piastra a induzione che a volte è accesa a volte no.
Baby, annusa con aria annoiata qualsiasi cosa, mangia due bocconi e mi chiede di uscire, una volta uscita si piazza alla finestra e mi chiede di entrare.
Nel frattempo Michi è rientrato dalla pipì e corre euforicamente per tutta la cucina facendo dei gran balzi e investendo tutto quello che incontra.
Bix è un grande, se ne frega altamente e non si alza fino a quando non gli metto la sua ciotola vicino alla cuccia.
Stamattina Michi, al culmine della frenesia, facendo uno dei suoi allegri saltelli centra in pieno la ciotola dell’acqua con le zampe posteriori e quasi contemporaneamente Baby in un momento di manifesto affetto mi dà una testata alla mano facendomi rovesciare il caffè che tra una ciotola e l’altra ero riuscita a farmi.
In preda a un cedimento di nervi mi metto a gridare con quanto fiato ho in gola.
– Bastaaaaaaa! Sono stufa di essere la vostra schiava!
Sbalorditi e spaventati dal mio scoppio di ira schizzano tutti e sei, compreso Bix che poveretto non c’entra niente, verso la porta che io prontamente apro e subito richiudo.
A chiave.
Mi siedo e mi bevo un caffè.

 

Foto di Manù e Andrea Ferrante

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