I giochi di Big Pharma

di Redazione
Illustrazione di Isia Osuchowka

All’inizio di maggio, la Corte d’Appello di Milano ha condannato Pfizer Italia al pagamento di mezzo milione di euro, tra danni economici e morali, per gli effetti collaterali di un farmaco contro il Parkinson, il Cabaser, che ha causato ludopatia e ipersessualità in un uomo sessantenne. Pfizer aveva del tutto omesso informazioni vitali sugli effetti collaterali, apparse sul bugiardino solo nel 2007. Nel corso della cura durata dal 2001 al 2006, l’uomo è arrivato a utilizzare 1.802 carte di credito usa e getta per giocare online. Il gioco compulsivo lo aveva portato anche a lasciare il lavoro in un’azienda a cui aveva sottratto 100mila euro, soldi che ora potrà restituire. Non aveva mai giocato prima.
“I primi sintomi si sono manifestati pochi mesi dopo l’assunzione del farmaco. – ha raccontato ai giudici – Ero diventato ipereccitato sul piano sessuale, poi ho incominciato a giocare, credevo di essere impazzito.”
Durante la causa, iniziata nel 2015, gli avvocati non hanno mai messo in discussione l’ottima azione del Cabaser sotto il profilo medico, ma la mancanza di una qualità fondamentale, ovvero l’indicazione delle reazioni avverse nel foglietto illustrativo. Chi utilizza un farmaco deve conoscerle in anticipo.
Nella scheda anamnestica di Regione Lombardia, da compilare prima della vaccinazione contro il Covid19, sta scritto: Soffre o ha mai sofferto di allergie al lattice, a qualche cibo, a farmaci o ai componenti del vaccino?
Chi di noi conosce il bugiardino dei vaccini e ha una minima idea dei possibili effetti avversi? Se per caso diventeremo ludopatiche, vogliamo trarne profitti pari a quelli delle multinazionali farmaceutiche. E se ci sentiremo sessualmente ipereccitate, basterà guardare in faccia un manager o un azionista di Big Pharma per farcela passare.

 

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