Start app

di bulander
Illustrazione di Federico Zenoni

 

Buongiorno cara investitrice, caro investitore,

sono il titolare e principale azionista di una start app con la quale, cliccando su un’icona, vien fuori il cognome. Infatti le ricerche hanno dimostrato che sempre più persone si ricordano come si chiamano di nome ma non si ricordano come si chiamano di cognome.
Se tu vuoi investire nella mia start app sappi che diventerai ricca/o come Briatore. Tra dieci anni gli analisti dicono che nel 40% dei casi quando due persone s’incontreranno per la prima volta e faranno le presentazioni controlleranno prima sul telefonino il proprio cognome. Tra dieci anni saremo 10 miliardi, calcola tu…
Per ogni clic la mia start app guadagnerà dei soldi in proporzione alla lunghezza del cognome. Se tu sei un’investitrice o un investitore intelligente, se tu sei una o un global autentica/o, avrai già capito che le fi più sostanziose me le daranno i cognomi indiani, tipo Rakaputratomara o portoghesi tipo de Gracia y Peloton de la Virgen del Sangre Santisimo. Mentre con Luca o Giovanni Rossi guadagnerò poco ma pur sempre qualcosa.
È inoltre mio dovere informarti, cara investitrice e caro investitore, che la mia start app acquisterà un enorme valore quando alla coppia di softeristi che l’hanno programmata verrà conferito il premio Nobel.
Adesso che l’iscrizione è stata semplificata, le cose dovrebbero andare veloci e non ci dovrebbero essere più intrallazzi politici nell’assegnazione del premio. Adesso chi vuole partecipare basta che riempia un modulo online coi suoi dati personali, dica nella casella apposita per quale materia vuole concorrere, poi nel campo successivo lasciato in bianco racconti cosa ha fatto o scritto (massimo tremila caratteri) e buona notte al secchio. Il problema è che la burocrazia dell’organizzazione del premio lassù in Svezia dovrebbe essere altrettanto flessibile e pragmatica. Uno dei miei softeristi si chiama Galileo Galilei ed è nato a Pisa. Ha riempito il format, tutto per bene, lo ha inviato e quelli gli hanno risposto in svedese (lingua che, per combinazione, lui conosce perfettamente): “Dài non fare il furbo, dicci come ti chiami veramente”! E lui li ha fatti secchi, rispondendo che installassero il nostro sistema se volevano controllare.
Perché forse non ti ho detto, cara investitrice e caro investitore, che noi ti diamo anche la possibilità – con un doppio clic – di controllare se il cognome con cui la tua nuova conoscenza si è presentata è quello giusto oppure si è presentata con un cognome falso e quindi ha finto di cliccare per ricordarsi del suo cognome vero, perché sapeva già in anticipo con quale cognome si sarebbe presentato/a e se lo era scritto con matita copiativa sul palmo della mano sinistra per non dimenticarlo.
Ma le potenzialità della mia start app non si fermano qui.
I nostri softeristi hanno affrontato anche il tema del fatidico nais-tu-mit-iu, la formula di rito nelle presentazioni a livello globale.
Per fare in modo che la comunicazione tra esseri umani sia la più agevole possibile e le persone, incontrando un estraneo, vengano messe subito a loro agio, con un triplo clic il nostro sistema traduce il fatidico nais-tu-mit-iu nella lingua madre del tuo interlocutore e lo trasmette con un messaggio vocale, evitando al proprietario del cellulare l’imbarazzo della giusta pronuncia di una lingua che molto probabilmente non conosce.
Nel libretto d’istruzioni con cui viene venduto il nostro sistema c’è un esempio di traduzione grafica di un possibile incontro tra due persone che non si conoscono

Fig. 1 – le persone si guardano negli occhi ma non si danno ancora la mano
Fig. 2 – le persone controllano sul cellulare il proprio cognome
Fig. 3 – le persone si stringono la mano pronunciando il proprio cognome
Fig. 4 – dai cellulari esce il fumetto con il messaggio vocale del nais-tu-mit-iu tradotto nelle rispettive lingue madri delle due persone
Fig. 5 – le due persone mostrano con un largo sorriso e gli occhi semichiusi quanto sono contente di essersi conosciute.

Avremmo dovuto aggiungere tre figure, la 6, per rappresentare il gesto con cui ciascuno dei due interlocutori o interlocutrici clicca sull’icona per controllare se l’altra/o si è presentata/o con il suo cognome vero o tenta d’ingannarla/o. La 7 per rappresentare la soddisfazione di ambedue nel verificare che l’altra/o non lo sta imbrogliando e la 8 per rappresentare i/le due che si guardano in cagnesco e fanno ggrrr con le mascelle nel caso una/o abbia scoperto che l’altra/o vuole fregarla/o. Ma dopo lunghe discussioni e un paio di consulenze di psicologi di fama la nostra società ha deciso di lasciare questo problema alla sensibilità dei singoli, limitandosi nel libretto d’istruzioni a segnalare l’esistenza di questa funzionalità del sistema, senza entrare nei dettagli e senza prescrivere delle procedure.
Mi limito, carissima o carissimo, a un suggerimento. Metti che vi presentino una persona con cui poi andate assieme a una colazione di lavoro. Una volta preso posto al tavolo, tu chiedi al cameriere dov’è la toilette, ti alzi e lì, chiuso dentro che nessuno ti vede, attiva la funzionalità “vero o falso”. Ricordati però di portarti dietro tutto – borsa, cappotto, ombrello – perché nel caso scoprissi che la nuova conoscenza ti ha dato un nome falso, io ti consiglio di sgattaiolare fuori e sparire per evitare situazioni imbarazzanti, magari quello è un mafioso o, più probabilmente, uno che fa la spia per una start app concorrente con la mia. O un agente delle tasse sotto copertura. E in ogni caso prima di scappare ricordati di lavarti bene le mani in modo da cancellare quel cognome che ti sei scritta/o sul palmo della sinistra con la matita copiativa.
Nella speranza di averti convinta/o a mettere i tuoi risparmi nella nostra start app, ti auguro una felice giornata.

 

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