Felini e dinosauri

di Fabrizio Tonello
Illustrazione di Liv

Ma non ci sono più le gite scolastiche ai musei di storia naturale? Sapete, quelle occasioni in cui si usciva strillando dalla classe mentre le maestre tentavano, con più o meno successo, di tenerci in fila per due? Apparentemente no, sono estinte, proprio come “l’animale vissuto 40 milioni di anni fa, vissuto in Messico… un felino” citato dal ministro Valditara in un’intervista del 7 maggio 2024. Eppure il Museo di Storia Naturale a Milano, dov’è nato il ministro, c’è: Corso Venezia n. 55. La sala 4 offre una “Introduzione alla paleontologia” con bellissimi fossili tra cui un Besanosauro, che si chiama così perché proviene da Besano, in provincia di Varese, dove batte il cuore di Valditara (fu eletto senatore in Lombardia già nel 2001 e oggi, tra le altre cose, è consigliere politico di Matteo Salvini).
Invece il ministro, volendo difendere il tempo libero di bambine e bambini di terza elementare, ha chiesto ai suoi telespettatori: “Ma tutto questo a che serve?”. Dal contesto sembra proprio che Valditara stesse parlando dei dinosauri: estinti 40 milioni di anni fa? Felini?

Ah no! Come tutti i miei amici sanno, io sono dalla parte dei felini. Grandi e piccoli, casalinghi o feroci, mi piacciono tutti per la loro grazia, la loro indipendenza, la loro palese indifferenza verso noi scimmie leggermente modificate. Capirete quindi il mio balzo sulla sedia ascoltando Valditara che mescolava due o tre cose che gli sarebbero risultate più chiare se fosse andato al museo di Corso Venezia
Primo: alle bambine e ai bambini i dinosauri piacciono moltissimo. Nessuno della mia classe osava fiatare quando entravamo nella sala dei dinosauri: tornavamo ai consueti schiamazzi solo dopo, all’uscita.
Secondo: i dinosauri si sono estinti non 40 ma 65 milioni di anni fa, quasi sicuramente per l’impatto di un asteroide che, invece di aprire un bel buco sulla provincia di Varese, era andato a schiantarsi nello Yucatan, che effettivamente fa parte del Messico.
Terzo: il felino estinto a cui pensava il ministro era probabilmente la Tigre dei denti a sciabola, nome scientifico Smilodon fatalis, vissuto nelle Americhe circa 2 milioni di anni fa, non 40 milioni (ne abbiamo un esemplare all’università di Padova, corso Garibaldi 39, saremo lieti di mostrarglielo).

La mia ipotesi dell’estinzione delle gite è confermata dal fatto che un altro importante personaggio pubblico, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, quando era corrispondente della Stampa da New York scriveva cose di questo tipo: “Dopo falchi, tartarughe e orsetti lavatori Central Park vanta anche tre coyotes. I primi ad avvistarli sono stati alcuni studenti della Columbia University. I felini si aggiravano vicino a un edificio all’incrocio fra Broadway e la 119° Strada…”. Felini? I coyotes, “felini”?
Molinari è nato a Roma nel 1964 e anche lì il museo di storia naturale c’è: sta in via Ulisse Aldrovandi 18, si chiama Museo Civico di Zoologia, è stato fondato nel 1932 e possiede un patrimonio di circa 5 milioni di esemplari. Una gita laggiù avrebbe permesso a Molinari di appurare che quella in alto è una felina mentre i coyote (Canis latrans) stanno volentieri in molte zone degli Stati Uniti ma non a Central Park a New York.

Ora, cari Valditara e Molinari, poiché ricoprite entrambi un’importante funzione pubblica, vi dispiacerebbe prendere una mezza giornata di libertà e andare, magari insieme, a visitare il più vicino museo di storia naturale, onde evitare di confondere dinosauri, felini e coyote?

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