Ricettario
della Misantropa cuoca
Illustrazioni di Teresa Sdralevich

Il femminismo è ormai nella bocca di tutti – ma tu, lo sai cucinare nelle salse giuste per le varie occasioni?
Ecco una scelta di piatti basati su materie prime selezionate: le grandi donne in carne e ossa, garantite dalla filiera dei gender studies e accademicamente testate.
Cucinale anche tu!
È cruelty free (sono morte, non sentono dolore).
È gratis (sono morte, non possono protestare).

Sapori intramontabili: timballo Jane Austen
Sei una cineasta a corto di idee e produttori? una sceneggiatrice disoccupata alla ricerca di un setting per una serie in otto stagioni e novantasei episodi? una scrittrice di gialli in bolletta?
Non preoccuparti! la buona vecchia zia Jane è quello che fa per te.
Procurati un chilo di trippa di Jane Austen e la sua mano destra, quella con cui scriveva sul tavolo del salotto, se non trovi la destra va bene anche la sinistra (alcuni sostengono che fosse mancina), sciacqua bene per eliminare ogni traccia di garbato cinismo, sbatti l’ironia per alleggerirla, aggiungi una scodella di pappa di avena e rinfresca il tutto con: attori appartenenti a gruppi e sessualità minoritarie, sesso tra adulti consenzienti, abuso di alcol e farmaci, nudità, esternazioni femministe e un pizzico di linguaggio scurrile. Non dimenticare un paio di efferati delitti in caso di crime novel o serie gialla.
Servi il timballo in porcellana Wedgwood con contorno di crescione e prato inglese, annaffia con malaga o porto (o tavernello, purché in calici di cristallo) e decora con petali di fiori (anche finti, riciclati da qualche altro set, ma ricorda che non vanno mangiati).
Ne puoi fare subito una mezza dozzina e conservare in freezer, surgela benissimo.
Per antropofaghe gourmet: tartare Artemisia Gentileschi
Prendi una lombata di Artemisia freschissima, battila al coltello, condiscila con umiliazione e olio evo, disponila su un letto disfatto di lattuga e versaci sopra un po’ del sangue che avrai tenuto da parte.
Servi con coltelli inox ben affilati (attenzione a non tagliarti!) in camera da letto in penombra, con sottofondo di grida soffocate e sospiri d’angoscia. Come centrotavola, la testa di Oloferne su un piatto d’argento (se non trovi Oloferne puoi usare un Giovanni Battista, non se ne accorgerà nessuno).
Piatto ideale per una serata tra donne. Invita le tue amiche avvocate, qualche giornalista specializzata in stupro e femminicidio, un paio di psicologhe del trauma, eventualmente una ginecologa, e la vicina di casa appassionata di cronaca nera. Ammessi gli uomini purché pentiti.
Evita le storiche dell’arte che potrebbero tediarti con noiose dissertazioni sulla pittura del Seicento.
