Chi ha pagato per la fusione Bayer Monsanto?

Intervista a Gaby Weber

di Redazione
Illustrazione di Doriano Solinas

Una nuova intervista di Erbacce a Gaby Weber, giornalista investigativa tedesca che vive e lavora a Buenos Aires. È la massima autorità sulla questione Bayer/Monsanto e risponde in anteprima per l’Italia alle nostre domande, raccontando le sue ultime scoperte.

Nell’assoluto silenzio dei grandi media, nel settembre 2019 hai pubblicato sulla rivista tedesca online Telepolis un’importante e sconvolgente informazione: l’accordo di Bayer con Monsanto è stato finanziato dalla BCE, Banca centrale europea. Puoi spiegarci meglio?

La BCE gestisce dal 2016 un programma CSPP (Corporate Sector Purchase Program, Programma Acquisto Settore Aziendale), che acquista obbligazioni dalle aziende con lo scopo di fornire denaro a basso costo, al fine di portare l’inflazione al due per cento. Responsabile dell’operazione è la banca centrale nazionale, in questo caso la Bundesbank. Ho scoperto che la Bundesbank ha acquistato obbligazioni da Bayer AG, e con questi soldi Bayer ha acquisito Monsanto. Il prezzo totale è stato di 66 miliardi (un miliardo = 1000 milioni) e non c’è banca commerciale che abbia mai concesso un simile prestito. La Bundesbank e la BCE hanno ammesso l’acquisto ma nascondono ancora tre punti: qual è stato l’importo totale dell’acquisto delle obbligazioni Bayer? Quale tasso di interesse hanno applicato? Hanno verificato il rischio di questa operazione o hanno ritenuto sufficiente la valutazione di un’agenzia di rating, vale a dire di una società privata statunitense? La Bundesbank fa resistenza a rispondere alle mie domande, e anche la BCE ha affermato che la pubblicazione dell’unico documento che hanno trovato in relazione alle obbligazioni Bayer metterebbe in pericolo la sicurezza del sistema monetario europeo. Questa è, ovviamente, una cavolata. Credo che l’intera acquisizione sia stata un piano per trasferire tutti i rischi legali di Monsanto (glifosato, Agent Orange, PCB ecc.) agli stupidi tedeschi. E probabilmente è stata un’operazione con pagamenti sporchi, per i manager, forse per i banchieri, i partiti politici – non lo so, loro mantengono il segreto e io sto agendo legalmente nei confronti della Bundesbank per la de-secretazione. Ma tutto puzza a un chilometro di distanza. Anche una scolaretta se ne accorgerebbe!

Esiste una connessione tra Bayer e il rischio di recessione della Germania?

La recessione ha molte ragioni. Ma è ovvio che tutte le grandi aziende tedesche, dall’industria automobilistica alla Deutsche Bank e ora Bayer hanno problemi seri e questi problemi hanno avuto origine negli Stati Uniti. I problemi erano reali, ma dovremmo indagare se è in corso una guerra economica contro l’Europa. Purtroppo in Europa abbiamo politici che non hanno alcuna capacità o strategia per rispondere a questo pericolo.

Vai all’intervista Di che cosa ha paura Bayer?

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