ChatGPT in cucina

di Fabrizio Tonello
Illustrazioni di Piera Bosotti

 

Nella mia posta di venerdì 17 novembre c’erano varie notizie sull’intelligenza artificiale, tra cui: convegno a Roma del Movimento5Stelle con tutti i leader del partito, vari esperti e anche il teologo Vito Mancuso. Poi: Mustafa Suleyman e Yuval Noah Harari, il celebre storico e divulgatore israeliano discutono “Cosa significa la rivoluzione dell’intelligenza artificiale per il nostro futuro?”.  E ancora: sempre Suleyman, il co-fondatore del progetto di Google DeepMind che ammonisce: “IA sta diventando pericolosa e minacciosa”. Ho rinviato l’apertura degli altri 88.485 messaggi non letti ma è molto probabile che almeno il 10%, cioè 8.848 e mezzo, parlino di Intelligenza Artificiale. Poi lunedì 20 novembre la percentuale si è impennata al 25% dei messaggi perché nel fine settimana ChatGPT, o i suoi rappresentanti umani nel consiglio d’amministrazione, ha deciso di licenziare il suo creatore Sam Altman.

Uno particolarmente interessante conteneva il link a un video su YouTube di cui era protagonista una certa signora Vicki Nguyen. Tema: “Come l’intelligenza artificiale può contribuire a rendere più economica e semplice la pianificazione della cena nel Giorno del Ringraziamento”. Svolgimento: la signora Nguyen si mette in cucina con il suo portatile e chiede a ChatGPT cosa deve fare per organizzare la cena del Thanksgiving, che cade il terzo giovedì di novembre, quindi domani, il 23. Numero di invitati: 8. Budget: 100 dollari (circa 90 euro). Con 10 euro a testa per organizzare il pasto di un giorno di festa non si va lontano ma se l’intelligenza artificiale può distruggere la razza umana potrà pure organizzare una cena decente con un budget ridotto.

Detto, fatto: ChatGPT indica dove trovare un tacchino a buon prezzo, che la signora Nguyen orgogliosamente mostra nel video. Qui sarebbe opportuno precisare che ogni anno gli affamati americani consumano 46 milioni di tacchini che, dopo essere stati opportunamente affiancati da patate, verdure e salse diventano il pezzo forte della cena. Il tacchino che, secondo la leggenda, fu mangiato insieme dai puritani inglesi di Plymouth e dagli indiani Wampanoag, era probabilmente un’anatra selvatica ma la festa per ringraziare il Creatore del buon raccolto avvenne nel 1623, esattamente 400 anni fa. Se anche fosse stato davvero un tacchino certamente non avrebbe avuto le dimensioni attuali: negli Stati Uniti la passione per il gigantismo non riguarda soltanto le confezioni di succo d’arancia (scomodissimi cartoni da 3,8 litri) ma anche le bestiole che devono finire in pentola, quindi i tacchini surgelati da oltre dieci chili sono la normalità. Anche perché le indicazioni per riempire la pancia sono di preparare porzioni da una libbra di carne a testa (quasi mezzo chilo).

Ma torniamo a ChatGPT, che in attesa di prendere il potere sull’intero pianeta fornisce preziose indicazioni alla signora Nguyen: 12 patate, 4 patate dolci e un chilo di fagiolini. A dire la verità i fagiolini non sono proprio una verdura di stagione ma pazienza. Poi ci vogliono la torta di zucca e la salsa di mirtilli selvatici (cranberry) che qualsiasi essere umano nato su questa sponda dell’Atlantico saprebbe fare con le sue mani (nel caso dei maschi chiedendo alla mamma o alla zia). ChaGPT, invece, manda la signora al supermercato, dove usando i suoi buoni sconto la poveretta ne prende le versioni industriali.

All’uscita, la signora Nguyen mostra orgogliosamente lo scontrino: ha comprato tutto per 85 dollari, il che fa nascere dei dubbi sulla qualità dei prodotti. Per esempio, i tacchini della fattoria Perdue (garantiti senza antibiotici e nutriti con cura e amore fin dal 1920) costano un minimo di 94,99 dollari, spazzando via l’intero budget. Quelli del supermarket più vicino saranno stati rimpinzati di ormoni fin dalla nascita, ma si sa che i nostri cugini d’Oltretlantico sono capaci di andare sulla luna ma non di mangiare roba sana. Una mia amica che scrive libri per bambini assicura di aver scoperto la verdura fresca quando si è iscritta all’università a New York: crescendo a Chicago aveva mangiato solo piselli o fagioli in scatola dagli zero ai 18 anni.

Torniamo ancora per un momento a ChatGPT, che in attesa di distruggere i litigiosi Homo Sapiens e ricreare il Paradiso Terrestre fornisce rigorose istruzioni alla signora Nguyen sulla ricetta per cucinare il tacchino. Ricetta, assicura la nostra protagonista, che lei seguirà “parola per parola”. Riempito a dovere, il volatile coperto da un foglio di alluminio finisce in forno, preriscaldato a 163°, per tre ore e mezza. Mhmm, tre ore e mezza saranno sufficienti? In Italia qualcuno suggerisce di continuare poi la cottura per altre cinque ore, a bassa temperatura (80°) e infine di alzare il forno a 200° per la doratura finale, senza foglio di alluminio ovviamente.
Questa ChatGPT in cucina sembra un po’ approssimativa… speriamo che rimanga tale anche quando deciderà di ribattezzare il pianeta EarthGTP e di far resuscitare i dinosauri, abolendo gli inutili e dannosi mammiferi, in particolare quelli bipedi.

 

 

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